Breve storia della Massoneria

Breve Storia della Massoneria

“Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza”…

Possiamo iniziare da qui, ma invero dovremmo andare molto più indietro nel tempo: al tempo in cui un uomo, forse osservando nella notte il cielo stellato, colse o si avvide della corrispondenza, della simmetria e della analogia del macro e micro cosmo, quella verità che poi è raccolta in tutte le preghiere di tutte le religioni nel passo in cui diciamo Sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra.
In quel momento quell’uomo aveva compreso che nulla accade per caso, aveva compreso che quello che vedeva in cielo trovava corrispondenza in terra, aveva visto e poi elaborato le leggi della ciclicità del tempo, aveva compreso che l’essenziale è invisibile agli occhi, eppure alberga in noi, aveva visto e compreso che il mondo era espressione e manifestazione del Signore. 
E quell’uomo, forse approssimandosi la fine della propria esistenza, aveva avvertito la necessità di non disperdere la propria conoscenza e cercava altri simili ai quali consegnare il testimone.
Da queste esperienze, da queste necessità, nei diversi tempi e civiltà, nascevano le scuole sumeriche, le scuole misteriche, le scuole rabbiniche, le accademie, depositarie della tradizione iniziatica esoterica, che è il patrimonio di conoscenze acquisite nella ricerca dell'Essere, dell'essenza, della Verità, della Luce, nelle quali si formavano la classe sacerdotale e, spesso, anche i governanti. L'eco di tale conoscenza transitava nel patrimonio collettivo essoterico solo nella forma mitologica, di cosmogonia o di applicazioni pragmatiche.
Questo mondo venne travolto intorno al V sec. d.c. dal dilagante fondamentalismo cattolico, ma non venne cancellato. 
La svolta si consumò nel IV sec. d.c.. L'Imperatore Costantino, constatando la diffusione dilagante del cristianesimo, nonostante fosse stato contrastato nei secoli precedenti con le persecuzioni che si erano inutilmente succedute, intuiva che avrebbe potuto essere più redditizio e opportuno per la realizzazione delle sue ambizioni di potere, avere come alleati i cristiani nei conflitti di potere. Questi motivi (trascurando la visione del segno e la fede della madre) indussero Costantino a capovolgere la politica in favore dei cristiani, con una serie di decreti che ponevano fine alle persecuzioni e ne favorivano la diffusione. l'incipit è il decreto di Milano nell'anno 313, o meglio il rescritto di tolleranza, trattandosi della riedizione di un decreto adottato nel 311 dall'imperatore Galerio al quale era succeduto. Con questo decreto riconosceva alle comunità cristiane piena libertà di culto e parità di diritti nei confronti di tutte le altre comunità dell'Impero; abrogava le restrizioni in vigore, relative alla libertà di propaganda e proselitismo fra i pagani, e ordinava la restituzione ai cristiani di tutti i beni confiscati. I cristiani potevano acquistare proprietà, frequentare e aprire la pubblico i luoghi di culto, avere propri cimiteri. Nell'anno 325, promuoveva il Concilio di Nicea: lì nasceva l'ortodossia cattolica, ovvero il cattolicesimo, veniva definita e condannata l'eresia, veniva decretata la preminenza dei vescovi di Roma e Alessandria. Successivamente, Costantino concesse alla Chiesa altri privilegi, come l'immunità dei sacerdoti; la possibilità di ricevere donazioni ed eredità, che permetterà alla Chiesa di accumulare ricchezze e di avviare perciò attività di carattere caritativo, sociale e assistenziale; la proclamazione della domenica come giorno festivo; il diritto di asilo alle chiese. Attribuì ai vescovi la giurisdizione sul clero e anche sui civili che ne avessero chiesto il giudizio.
In quel contesto di favore, nasceva il fondamentalismo cattolico,che veniva alimentato dai decreti di Teodosio nell'anno 380, con i quali la religione cattolica diveniva religione di Stato, si ordinava il divieto dei culti pagani, la soppressione dei templi pagani, l'assegnazione del sedime in cui sorgevano alla chiesa. Negli anni successivi veniva tollerata la persecuzione, anche l'uccisione, dei pagani.
Il mondo pagano discendeva dalla tradizione iniziatica esoterica, quindi il clima di intolleranza religiosa, il fanatismo, il fondamentalismo sfociava nella persecuzione di quel mondo con la devastazione e distruzione delle scuole e delle accademie, con l'uccisione di quelli che ne erano i reggenti o i punti di riferimento. 
Forse non è lontano dalla realtà fissare lo spartiacque con la devastazione della libreria di Alessandria (ecco a che cosa era servito il primato episcopale di Alessandria, che infatti successivamente degrada in favore esclusivo di quello di Roma) e soprattutto l'uccisione di quella che era la depositaria di quel patrimonio culturale della tradizione iniziatica esoterica: Ipazia.
Da quel momento ha inizio la diaspora di quel mondo, la necessita di rendersi "invisibili" nei tempi bui dell'oscurantismo. Disciolte le scuole e le accademie, dispersi e perseguitati, gli iniziati, trovano protezione nei Collegia Fabrorum, poi transitati nelle corporazioni di mestiere in particolare muratorie (ma non solo, infatti è sintomatica e rivelatrice l’accettazione nella corporazione di mestiere degli speziali di Dante, che pure speziale non era), alle quali veniva riconosciuta autonomia nell’esercizio e per l’esercizio dell’arte, di autonomia, riservatezza, discrezione, forse anche nei conventi, per poi riapparire come amanuensi (e chi, se non loro, ne aveva la competenza e conoscenza?). 
La confluenza degli iniziati, prima nei Collegia Fabrorum e nelle corporazioni di mestiere muratorie dopo, verosimilmente era alimentata dalla analogia e similitudine che vedevano nella edificazione del “tempio” interiore proteso verso la luce e l’attività di edificazione. A loro volta vennero accolti nella veste di “accettati” o “speculativi”, perché erano depositari della conoscenza tradizionale, e avrebbero potuto concorrere nell’attività operativa, apportandovi il bagaglio di conoscenze tecniche, progettuali e artistiche, e nella elevazione dell’attività muratoria e trasformazione in arte, con la codificazione ed estensione dei canoni dell’arte, fondendo quelli in uso degli operativi con quelli propri delle scuole iniziatiche. 
Venne così in essere una sorta di tacito patto di reciproca mutualità, attraverso il quale era offerta protezione e sicurezza e la possibilità di proseguire l’attività edificatoria del tempio interiore, in cambio di cooperazione nella attività operativa, dalla quale nasceranno le cattedrali, ma forse anche un radicale cambiamento di prospettiva. 
C’è una storia che è il segno degli iniziati nelle corporazioni di mestiere, la storia dei tre spaccapietre: 
“Durante il suo lungo cammino per raggiungere un lontano santuario, un pellegrino si imbatté in un’enorme cava dove alcuni uomini stavano scolpendo dei grossi blocchi di pietra. Gli uomini erano tutti sudati, pieni di polvere e visibilmente affaticati.
Il pellegrino si avvicinò al primo uomo che batteva con fatica il martello sulla pietra e gli chiese: “Che cosa stai facendo?” L’uomo molto irritato gli rispose:“Non lo vedi? Sto martellando a fatica questa stupida roccia e non vedo l’ora di finire questo maledetto lavoro per tornarmene a casa”.
Più il là c’era un secondo spaccapietre ed il pellegrino gli rivolse la stessa domanda: “Cosa stai facendo?”. L’uomo che sembrava più diligente ed interessato al suo lavoro rispose: “Sto lavorando questo blocco di pietra per costruire un muro. E’ un lavoro molto faticoso ma lo faccio per mantenere la mia famiglia”.
Il pellegrino continuò a camminare e si imbatté in un terzo spaccapietre. Anche questi era molto stanco e sudato, batteva con fervore il martello sulla pietra scolpita egregiamente e di tanto in tanto si fermava per ammirare il suo lavoro. Alla domanda:”Cosa stai facendo?” l’uomo sorrise e rispose con orgoglio:“Non vedi? Stò costruendo una cattedrale!” e guardò in alto indicando la grande costruzione che stava sorgendo sulla cima della montagna.”

Gradualmente intervenne una fusione di elementi operativi e speculativi ed in questo contesto vengono codificati e disciplinati i rapporti nelle corporazioni: non può essere casuale, infatti, che i documenti più antichi, dai quali discendono gli old charges, emergano dalle corporazioni (nell'arte dei maestri comacini - VII-VIII sec. d.c., nella carta di Bologna dell'anno 1248). 
Tutti questi sono indizi chiari precisi e concordanti. Nelle corporazioni gli iniziati diventano Liberi Muratori: acquisendo segni e toccamenti, adottando e simbolizzando gli attrezzi muratori, modificando rituali in essere nelle corporazioni, arricchendoli con la elaborazione e implementazione del mito di Hiram, ed ivi elaborano l’intero bagaglio della simbologia della Libera Muratoria.
Possiamo quindi concludere che quegli iniziati formati nelle scuole iniziatiche (sumeriche, misteriche, rabbiniche, accademie, etc) ed accettati prima nei Collegia Fabrorum e poi nelle corporazioni di mestiere, sono gli eredi della tradizione iniziatica e i precursori della Massoneria contemporanea.

Le origini tra mito e storia
Non è facile ricostruire, in termini storicamente incontrovertibili, la nascita della Massoneria come fenomeno concretamente documentabile e per questo alcuni sono arrivati a concludere che le sue vere origini si perdono nella storia. 
Le radici della Massoneria vengono fatte risalire tradizionalmente - da parte dei suoi membri - alla costruzione del Tempio di Salomone (il Tempio Interiore o Tempio Esoterico) ed alla leggenda di Hiram Abiff. Secondo la Bibbia, Hiram venne inviato dal re di Tiro a Salomone, per aiutarlo nella costruzione del Tempio. Nella leggenda Massonica il geniale artigiano diviene invece l'architetto del Tempio, preposto alla direzione di tutti i lavori e di tutti gli operai. Il racconto ha una sua chiave d'interpretazione mistica e rinvia ai concetti di Perfezione, meta della ricerca mistica, e di Grande Opera (l'opera del Grande Architetto costruttore del mondo), attraverso la cui comprensione avviene l'ingresso del sacro nel profano. La Massoneria simbolica si fonda su questa visione mistica e perciò avrebbe esclusivamente a che fare con un cammino spirituale. 
Alla Massoneria sono state inoltre attribuite diverse origini suggestive, come quella di essere: una discendenza diretta dei Cavalieri Templari, un ramo dei Collegia fabrorum romani, o una conseguenza istituzionale delle corporazioni medievali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche (tra queste, i cosiddetti Magistri Comacini) operanti nell'alto Medioevo. 
In questo contesto si colloca anche il fenomeno della accettazione, ossia dell'ammissione nella corporazione di elementi estranei all'arte della costruzione, soprattutto sacerdoti e scrivani, ma anche medici, in quanto utili alla comunità degli associati per l'espletamento di indispensabili funzioni; dall'ammissione di Massoni "accettati" potrebbe essere derivato l'ingresso nel simbolismo muratorio di tematiche non direttamente legate al mestiere, ma appartenenti alla cultura ermetico-alchemica e cabalistica dilagata nell'Europa occidentale tra il XV e il XVII secolo. All'inizio del XVIII secolo, almeno nel sud dell'Inghilterra, all'interno delle Logge gli elementi accettati (Massoni speculativi o di teoria) prevalevano ormai largamente su quelli operativi, assecondando una tendenziale crisi generale dell'ordinamento corporativo, poiché le originarie ragion d'essere delle confraternite di mestiere (compresa quella dei liberi muratori) venivano gradualmente meno. 
Una fonte storica assistita da maggior documentazione (ancorchè storicamente non comprovabile) asserisce l'antichità della Massoneria basandosi sul Regius Manuscript o Poema Regius (detto anche Halliwell Manuscript, dal nome di chi lo scoprì nel 1840), databile al 1390, che fa riferimento a molte frasi e concetti simili a quelli che si ritrovano nella Massoneria: tale manoscritto consta di 794 versi in rima baciata e in inglese medioevale. Secondo tale narrazione leggendaria, la Massoneria è geometria, arte o scienza d'eccellenza applicata alla muratorìa; primo maestro ne fu Euclide e patria d'origine l'Egitto, da cui giunse in Inghilterra al tempo del re Atelstano, che le diede le prime costituzioni. 
Le difficoltà nello stabilire una datazione precisa sulla nascita del fenomeno Massonico sono in buona misura una conseguenza della segretezza dei lavori concessa alle corporazioni, che po è quella che consentì agli iniziati di rendersi invisibili durante un'epoca di oscurantismo in cui potevano finire con la morte. 
Ma c'è, forse, una ragione ancor più profonda che motiva le difficoltà nel ricostruire la genesi della Massoneria: le origini di tale fenomeno sono per natura leggendarie o mitiche e, nella sua intima concezione, l'iniziazione muratoria non differisce dalle iniziazioni delle età più antiche, con le quali ha in comune il fatto che ne siano state ipotizzate le ascendenze più disparate e remote. Perciò accanto alla storia reale della Massoneria, cioè quella ricostruibile attraverso gli usuali strumenti della ricerca storica, ne sussiste o acquista rilevanza un'altra, anch'essa storia ma in senso molto peculiare, o più propriamente metastoria, che prescinde dal dato documentario perché si colloca in un orizzonte diverso, nel quale i nomi, le date e gli avvenimenti s'inseriscono nella dimensione sacrale del simbolo e acquistano un significato altro rispetto a quello profano. Le due storie non si escludono reciprocamente, ma confluiscono entrambe in una nozione di tradizione leggibile e decifrabile secondo due ottiche diverse, governate da scritture e da cifre non omogenee.

1717: la Gran Loggia di Londra
La fondazione della Gran Loggia di Londra, successivamente denominata Gran Loggia d'Inghilterra, segnò formalmente o convenzionalmente l'atto di nascita della Massoneria per come oggi conosciuta. Nasceva il il 24 giugno 1717, ad iniziativa di quattro Logge londinesi che decisero di darsi una nuova organizzazione centralizzata, cui dettero il nome di Gran Loggia di Londra, con lo scopo di federare le logge che operavano nel distretto, fino a quel momento senza collegamenti tra di loro.
Nelle quattro Logge fondatrici della neocostituita Gran Loggia era netta la prevalenza di speculativi, estranei all'arte della costruzione: gentiluomini, borghesi, intellettuali, tra i quali un ruolo preminente rivestivano il pastore anglicano Jean-Théophile Désaguliers (1683-1744), membro della Royal Society, brillante volgarizzatore delle teorie newtoniane e letterato ben introdotto nell'alta società londinese, e il pastore presbiteriano James Anderson (1684-1739). A quest'ultimo si devono le Costituzioni adottate il 14 gennaio 1723.

1723: le Costituzioni di Anderson
Famoso è il Titolo I, concernente Dio e la religione: 
"Un Massone è tenuto, per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l'Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando a essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e leali o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni che servono a distinguerli; per cui la Massoneria diviene il Centro di Unione e il mezzo per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee". 
In un Paese come l'Inghilterra, per quasi due secoli sconvolto da rivolgimenti politici, sociali e dinastici all'insegna delle divisioni religiose, l'autodefinizione della Massoneria quale "centro d'unione" tra gli uomini, sulla sola base delle loro qualità morali e di una religiosità non precisamente qualificata, costituiva un netto salto in avanti, semi-utopistico e rivoluzionario. 
Di notevole rilievo anche il Titolo II, che tratta Del magistrato civile supremo e subordinato: 
"Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori e non deve essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace e il benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori; poiché la Muratorìa è stata sempre danneggiata da guerre, massacri e disordini, così gli antichi Re e Principi sono stati assai disposti a incoraggiare gli uomini dell'Arte, a causa della loro tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei loro avversari e promossero l'onore della loro fraternità, che sempre fiorì nei tempi di pace. Cosicché se un Fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, egli non deve essere favoreggiato nella sua ribellione ma piuttosto compianto come uomo infelice; e, se non convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia politica del governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia e il suo vincolo rimane irrevocabile". 
Con tali parole si sanciva il principio dell'apoliticità dell'Ordine nel suo complesso e delle singole Logge, che devono vivere nel rispetto delle leggi e delle autorità dello Stato. Al singolo Massone è consentito di nutrire convincimenti politici e di tradurli in azione, ma soltanto a titolo personale e sempre che non coinvolga in alcun modo la Massoneria, la quale, peraltro, è tenuta a sconfessarne l'operato quando egli si atteggi a ribelle contro i poteri costituiti, pur senza arrivare ad espellerlo dalla fratellanza. 
Altri interessanti principi fondamentali sono dettati dal Titolo III (Delle Logge): 
"Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona reputazione".
Dai principi fissati nelle Costituzioni di Anderson, traggono origine i Landmarks, che sono stati il tentativo di fissare un canone, ovvero i confini o limiti, nel quale si riconosceva la Massoneria. 

Lo scisma inglese del 1751 e la sua ricomposizione
Non  passarono molti anni, e nel 1753 si verifica uno scisma che condusse alla creazione di istituzioni massoniche con caratteristiche diverse da quelle inizialmente fissate. Furono cinque logge a uscire dalla Prima Gran Loggia d'Inghilterra. O componenti delle Logge fuoriuscite erano prevalentemente massoni di origine irlandesi emigrati in Inghilterra, a prevalenza cattolica.
Essi volevano ripristinare, o meglio "conservare" le caratteristiche allora ritenute "autentiche" dell'antica muratoria con un diverso rituale e un numero di gradi superiore a quello tradizionale di tre.
I rappresentanti delle cinque Logge si riunirono il 17 luglio 1751 presso la taverna di Turk's  Head e convennero di costituire una gran loggia diversa. Fu costituita il 5 febbraio 1752 la Gran Loggia dei massoni antichi ed accettati d'Inghilterra (gli Ancients). Laurence Dermott scrisse una Costituzione per gli Ancients. questa scissione ebbe molto seguito negli Stati del nord America, ma poco riscontro nell'Europa continentale, dove nel frattempo erano state costituite Gran Logge, con differenze già rilevanti rispetto alla tradizione inglese.
Nel 1811 le due Gran Logge diedero vita ad una Commissione per studiare e approntare un accordo di riunificazione. Gli accordi furono stesi e sottoscritti il 27 dicembre 1813. L'unificazione portò alla costituzione della Gran Loggia Unita d'Imghilterra., che si diede un proprio Statuto ed un proprio rituale, l'Emulation, nel 1815.

Massoneria "giacobita" o scozzese (tratto da Le origini cattoliche e stuardiste dello Scozzesismo di M. Volpe)
Parlare di Massoneria “scozzese” implica, peraltro, una distinzione tra questa e quella di altro tipo comportando così una drastica spaccatura che risulta antitetica all’unitarietà di quel fenomeno che viene canonicamente definito “Massoneria Universale”. È comunque inevitabile una semplificazione e schematizzazione del problema al fine di renderne possibile l’approccio.
 Con queste premesse si può affermare che le connotazioni che caratterizzano la Massoneria “scozzese”, e la distinguono da quella “inglese”, possono, in maniera assai semplicistica, così sintetizzarsi:
- di impronta cattolica;
- legata alla dinastia degli Stuart (da cui il titolo “scozzese”, luogo di provenienza degli Stuart, e il titolo “giacobita” delle Logge con riferimento a Giacomo II Stuart, detronizzato nel 1688);
- aristocratica (trovò infatti terreno fertile presso l’aristocrazia e l’alto clero;
- articolata negli Alti Gradi, successivi a quelli di Apprendista, Compagno e Maestro (Alti Gradi detti “Scozzesi” perché sarebbero derivati dall’antica Loggia Herodom di Kilwinning di Edimburgo);
- di origine cavalleresca, legata alle crociate ed ai Cavalieri templari;
- romantica o preromantica;
- spiritualista, dedita alla ricerca filosofica, al perfezionamento spirituale.
Di contro si potrebbero parallelamente elencare i connotati che caratterizzano la Massoneria “inglese”: protestante, hannoveriana, borghese, limitata ai soli 3 gradi detti “azzurri”, di origine corporativa, illuminista, razionalista.
 In realtà, nei più antichi Statuti, precedenti alla costituzione della Gran Loggia di Londra del 1717, si imponeva la “fedeltà a Dio e alla Santa Chiesa” [quella Cattolica Romana], e va ricordato che il Gran Maestro della Loggia “St. Paul” di Londra, dal 1685 al 1702, fu il famoso architetto sir Christopher Wren, cattolico e seguace di Giacomo Stuart. 

La diffusione oltre i confini inglesi
Il XVIII secolo vide una costante diffusione della Massoneria nel vecchio e nel nuovo continente, secondo le linee di espansione dell'impero britannico, dei suoi commerci marittimi e delle colonizzazioni. 
Di questa propagazione, concretizzatasi nella fondazione di Logge successivamente regolarizzate mediante la concessione di patenti dall'una o dall'altra Gran Loggia inglese - oppure dalle Grandi Logge di Scozia e di Irlanda - strumento efficacissimo furono le Logge militari, costituite all'interno delle unità dell'esercito inglese e frequentemente trasferite da una parte all'altra dell'impero. 
Lo sviluppo della nuova Massoneria fuori delle isole britanniche fu rapidissimo: 
nel 1728 furono fondate una Loggia a Madrid ed una a Gibilterra; nel 1731 la G. L. di Londra nominò un Gran Maestro provinciale per la Russia; sempre nel 1731 una Loggia inglese fu fondata a Firenze; nel 1733 a Boston nacque la prima Gran Loggia provinciale americana; nel 1734 i Liberi Muratori olandesi elessero un gran maestro per le Province Unite; nel 1735 sorsero Logge a Lisbona, a Roma, a Milano, a Verona, a Padova, a Vicenza, a Venezia, a Napoli, a Stoccolma; nel 1736 fu fondata la Loggia di Genova; nel 1737 nacque una Loggia ad Amburgo. 

L'autorità internazionale della Massoneria inglese
Istituzione quasi ufficiale, dotata di grande prestigio e fortemente selettiva nella scelta dei propri membri, la Massoneria inglese è divenuta una componente stabile della società britannica e della sua classe dirigente, assumendo il ruolo di potenza Massonica "Madre del mondo" e depositaria della tradizione. 
La Massoneria inglese però non ha alcun tipo di autorità reale sulle altre giurisdizioni Massoniche, la cui regolarità, ancorché non riconosciuta dalla G.L.U. d'Inghilterra, può essere peraltro legittima nel giudizio di altre Grandi Logge: è il caso del Grande Oriente d'Italia che è perfettamente regolare (rispettando tutti i requisiti richiesti) e riconosciuto da quasi tutte le Grandi Logge e Grandi Orienti del mondo, ma non da quella inglese. 
Il riconoscimento da parte della G.L.U. d'Inghilterra, storicamente, è sempre stato molto ambito peraltro dalle altre Massonerie e, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, non sono mancati gli interventi ufficiali di "scomunica" o di disconoscimento, quale strumento di una "politica estera" sempre più attiva.  

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